Vi faccio il caffè
Alpe Chiaromonte, Valchiusella, settembre 2017
«Vi faccio il caffè!» ci urla da lontano, insieme ad altre parole rubate dal vento. Poi scompare oltre il dosso. Riappare più tardi con le sue vacche al seguito. Noi due abbiamo già finito di pranzare e ci stiamo preparando una tisana allo zenzero, tra la curiosità della sua mula bianca. A ruota arriva Franziska, un’ossea Berliner vestita di nero, che parla bene l’italiano. Sta percorrendo la GTA da sola e ha lasciato lo zaino al vicino rifugio: si aspetta di trovarne qui le chiavi, ma da alcuni anni il comune l’ha dismesso. Giorgio ha approntato dei letti nel sottotetto della sua stalla, per ovviare al disguido pubblico. Benvenuta in Italia.
Gli offriamo la tisana, ma da buon piemontese preferisce il caffè, che si appresta a prepararci. Ci fa accomodare dentro alla sua baita, linda e ordinata. Sale qui da 38 anni, gli ultimi da solo, perché un acciacco al ginocchio tiene la moglie a valle. Ci racconta dei furti che ha subito, pure qui, milleduecento metri sopra le bassezze del mondo, di tutti gli escursionisti che passano e di come è contento di ospitarli, della luna di agosto, della neve primaverile, della siccità, degli anni magri e di quelli buoni, del suo parafulmine, delle insidie della montagna, delle capre scomparse, dei lupi. Franziska scruta gli occhi della mia amica, come per leggervi se si può fidare a passare la notte sola con il rustico straniero; intanto io gli scatto qualche foto. Naturalmente il caffè va corretto con la grappa.
Non so quanto tempo trascorra. Al commiato verifichiamo di avere abbastanza ore di luce, per poter completare il giro previsto, senza dover scendere per la diretta. Proseguiamo allora per alpeggi aggrappati su dirupi, che il sentiero aggira tortuosamente. Arriveremo alla cena al crepuscolo, in paese a notte fonda, alla luce della frontale e della luna. Una delle migliori gite di quest’anno.