Valle d'Alesani-Pianellu

Castagniccia

5 giugno


Couvent d
Couvent d'Alesani

Diario di viaggio

Dai pressi del ristorante della gîte si imbocca un sentiero in discesa, sicuramente assai poco frequentato, a giudicare da com'è malridotto. Si segue per un po' la strada, dal traffico come al solito assai rado. Alcune mucche stanno brucando l'erba della massicciata. In effetti qui in Corsica di erba ce n'è davvero poca e si devono accontentare di questa. Poco più avanti vediamo un vero prato corso, ma è cintato e non vi sono animali. Probabilmente li conservano come in una teca di vetro climatizzata, tanto sono rari e preziosi, e non li sprecano per delle volgari mucche, che possono tranquillamente arrangiarsi altrimenti.
Oltre un ponte si lascia la strada e si segue un sentiero che sale ripido tra i soliti castagni monumentali, a cui ormai non facciamo quasi più caso. Badiamo invece al primo vero caldo mediterraneo, che si fa sentire a dispetto dell'ombra del bosco. Così apprezziamo la fontana che troviamo a Casella, dove riguadagniamo la strada, poco sotto I Perelli. Qui un asino solitario tenta di socializzare con noi, presumibilmente nel vano tentativo di rimediare un boccone. Almeno così mi sembra quando lo vedo molto interessato agli zaini lasciati aperti. Qui il sentiero fa uno strano giro, perché taglia fuori il paese, che nella parte bassa ha un curioso campanile nano, con accanto il cippo con la solita lunghissima lista di morti in guerra. Da qui si gode anche di un ottimo panorama verso il convento di Alesani, che purtroppo è fuori percorso.

Ritrovati i segni arancio a Perelli, ci inoltriamo nel castagneto lungo una vecchia mulattiera. I suoi muretti a secco in rovina, coperti da abbondante muschio, denunciano un'antica cura e frequentazione, così come del resto le vestigia di un abbeveratoio, in un pianoro ormai sommerso da piante invasive. In effetti il Mare a Mare Nord segue quasi sempre gli antichi percorsi che univano i paesi tra di loro e con le colture e i pascoli: erano le arterie dell'interno, prima che fossero costruite le carrozzabili e prima che l'economia rurale crollasse. Purtroppo versano spesso in stato di abbandono. A ciò va aggiunto che, dove ci sono castagni o lecci, i maiali e i cinghiali arano scientificamente e metodicamente il fondo alla ricerca di castagne e ghiande.
Ad una quota ben precisa, ai castagni si sostituiscono repentinamente i lecci. Qui la foresta ha l'aspetto di quelle delle fiabe: muschio, sassi, sottobosco brullo. Manca solo la nebbia fitta, perché oggi le nuvole sono più alte e meno minacciose. Si trova ancora qualche castagno, tra cui il più grande di tutto il trekking, ai cui piedi corriamo a farci la foto ricordo. Dove al bosco si sostituiscono le felci e i cespugli, le pendenze si addolciscono e per dei saliscendi si arriva ad uno spiazzo dove confluisce un altro sentiero dal basso. Il Mare a Mare Nord prosegue invece in lieve salita fino ad un altro spiazzo vicino ad una croce, da cui si vede Pianellu, il luogo ideale per il pranzo (se solo l'avessimo saputo prima di fermarci al primo…).

Da qui si entra in una zona in cui la macchia è stata spogliata dagli incendi e lasciata annerita, un paesaggio molto desolato, specie col cielo coperto. Si cammina più o meno in quota fino ad un piano con eriche, che affrontiamo con un po' di ansia, perché escursionisti degli anni passati avevano incontrato difficoltà di orientamento. Ora (giugno 2013) invece il sentiero è ben segnalato. La cartina qui mostra anche una scorciatoia che scende diretta a Pianellu, ma non è segnalata e non ne abbiamo visto l'imbocco. Il sentiero ufficiale descrive invece un largo semicerchio tra vecchi muri a secco, che forse delimitavano i pascoli o servivano a limitare l'erosione. Si passa per un'altra zona incendiata, dove anche alcuni castagni secolari hanno fatto le spese delle fiamme. Si ritrovano i lecci, seguiti di nuovo da una zona incendiata. Con una breve risalita si valica una dorsale per attraversare una zona di macchia, dove troviamo qualche mucca e udiamo i richiami di un pastore, che però non vediamo. Si scende verso un torrente, poco sotto la chiesa di San Vincenzo, un posto incantevole con mucche al pascolo in un prato quasi vero, anche se quelli migliori sembrano loro preclusi. Peccato che sia tagliato fuori dal sentiero. Si supera il torrente in parte con un guado, in parte con un ponte. A monte il torrente scorre placido allargandosi nel piano, mentre a valle sprofonda in una gola improvvisa e inattesa.
Tocca ora affrontare una risalita. Qui scopriamo che i dati della guida sono totalmente sballati, perché la tappa è decisamente più lunga e presenta dislivelli molto superiori a quanto dichiarato. Chi unisse questa e la precedente, come indicato sulla guida, rischierebbe di arrivare la sera tardi e in ginocchio, come hanno fatto due francesi atletici, che ci raggiungeranno a Pianellu a cena quasi finita.

Al termine della risalita, una mulattiera in lieve discesa porta alle case superiori di Pianellu, una lunga fila di case lungo una dorsale ripida. Ovviamente la gîte è l'ultima casa in fondo al paese, accanto alla chiesa. Tocca perciò ridiscenderlo, senza seguire le indicazioni, che conducono invece all'imbocco del sentiero per Sermanu. Ci accoglie una donna dall'aspetto di una perpetua, Felicia. Gattara, gestisce la struttura con una disciplina ferrea da collegio di orfanelle. Ci introduce con tono perentorio alle spietate regole che normeranno ogni aspetto della nostra permanenza, da quelle sull'uso del bagno a quelle sulla gestione dei gatti, passando per quelle sul bucato, che un francese viola rischiando la ghigliottina.
Per cena ci prepara un'eccezionale soupe corse, una zuppa con pasta, verdure varie, tre tipi di fagioli, patate, salumi locali e un vasetto di pepe a testa, la migliore tra quelle mangiate qui. Ci fa anche le beignet (frittelle) di brocciu, servite alla temperatura di fusione del piombo. Come frutta ci offre le orange corse, più aspre delle nostre, ma molto migliori di quelle spagnole che si trovano in alternativa qui. Mentre noi mangiamo, le guarda in TV “Money drop”, uno di quei giochi che promette milioni di euro. Il giorno dopo ci prepara un picnic da veri merenderos, con cui camperò due giorni.

Galleria fotografica

Aurora a Quarcetto
Aurora a Quarcetto
I Perelli
I Perelli
valle d
valle d'Alesani
Casella
Casella
I Perelli
I Perelli
Couvent d
Couvent d'Alesani
Radice
Radice
Foresta di lecci
Foresta di lecci
Foresta di lecci
Foresta di lecci
Il castagno
Il castagno
Incendio
Incendio
Torrente Bravona
Torrente Bravona
Torrente Bravona
Torrente Bravona

© 2008-2024
Sergio Chiappino

Licenza Creative Commons
Questo opera è distribuita con licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Condividi allo stesso modo 3.0 Italia.