Moretti-Tiglieto

Piana dell'Orba

25 aprile


Torrente Orba
Torrente Orba

Diario di viaggio

Questa è probabilmente la tappa paesaggisticamente più bella del trek, anche più dell'ultima in cui si scende vista mare. Infatti il tratto da cui si dominano le anse dell'Orba e la piana della Badia meritano da soli il viaggio e senz'altro si prestano anche a una gita in giornata.

Ripercorro a ritroso la provinciale nell'aria tersa e frizzante del mattino. Attorno al sacrario hanno falciato l'erba per permettere il parcheggio delle auto. Alle 11.30 è prevista la commemorazione dei ragazzi del luogo fucilati da nazifascisti. Seguo il 535 verso cascina Tiole per andare a riallacciarmi al mio percorso. Purtroppo il sentiero è segnalato solo per chi lo percorre nel verso opposto al mio e devo andare un po' ad intuito. Oltre cascina Tiole mi immetto su una sterrata molto panoramica sulle colline circostanti (riconosco la forma del Bric del Dente) e anche sulle Alpi: si vede il Monviso, mentre il Rosa è nascosto da una nube orografica. Due vecchietti a spasso mi scambiano per un giovane.
La strada scende poi dolcemente verso case Bricco. La vegetazione passa da tipicamente appenninica, con pini radi, a una fitta foresta di querce. Le prime avvisaglie della Badia compaiono allorché passo nei pressi della frazione Ronco: questo è infatti un tipico nome medievale legato ai disboscamenti promossi dai monaci, per ottenere nuovi terreni per l'agricoltura o il pascolo, in questo caso. La sterrata confluisce nella strada di fondovalle nella piccola frazione di Olbicella, apparentemente deserta. Seguo la strada asfaltata che corre lungo un bellissimo torrente, l'Orba, purtroppo con poca acqua. Si raggiunge la confluenza con l'Olbicella (Orba, Orbarina, Olba, Olbicella: non ci raccapezzerò mai con i nomi di questa zona) e si va a varcare l'Orba su un ponte pedonale. Alcuni camperisti con cane sovraeccitato si sono piazzati nel prato accanto al ponte. Io mi fermo dall'altra parte su una panchina all'ombra, in mezzo al verde. Se ricordo bene, è da questo punto che si vedono dei bolli con una τ: di qui passa infatti un cammino francescano seguito dai francesi (una trentina l'anno, mi dirà l'albergatore di Tiglieto).

Fin qui è stata una piacevole camminata in boschi solitari, mentre ora inizia un tratto esaltante. Il sentiero va a costeggiare il torrente accanto a rocce arancioni, che contrastano con il verde della vegetazione e l'acquamarina dell'acqua. Con un secco tornante, imbocco una mulattiera lastricata (finalmente un sentiero storico), che sale dolcemente offrendo una vista dall'alto del torrente. Svolto poi nuovamente e prendo quota su un terreno rossiccio molto povero, con rada vegetazione di pini. Passo a monte di Cascina Cannobbi, dove ci sono invece prati verdi. Quando il sentiero ha superato abbastanza dislivello, si aprono spettacolari viste aeree sul corso del torrente, che scorre tra dolci colline boscose, a cui fanno da contraltare i panorami sulla verde pianura lontana. Dopo un tratto esposto a nord compare finalmente la Badia, ma solo per un breve tratto.
Arrivato quasi in cima alla dorsale, ad un bivio dove il segnavia mi manda a sinistra prendo invece a destra, perché questo sentiero conduce a un magnifico punto vista sulla conca della Badia, da cui si rientra seguendo degli ometti. Ripreso il 531, ho il problema che dalla sella della Crocetta dovrei seguire un lungo tratto di strada per arrivare alla Badia. Una mi amica conosce un traccia ormai molto rovinata che porta al ponte romanico, ma mi sconsiglia di farla da solo per la prima volta. Tuttavia a una sella vedo una mulattiera che scende a delle case. Un rapido sguardo alla carta mi indica che così risparmio un paio di tornanti di asfalto. Giunto alla strada, la seguo brevemente per poi piegare a destra in via Belvedere, che scende più diretta tagliando un lungo tratto. Mi tocca poi restare sulla strada principale fino al ponte romanico (ricostruito nel Seicento), con annessa quercia monumentale. Varcatolo come un pellegrino medievale, imbocco la pista che conduce alla Badia. Nei prati attorno riconosco la caratteristica forma delle marcite, di cui avevo sentito parlare a Lucedio (abbazia figlia di questa), ma che lì sono scomparse per gli interventi successivi, mentre qui si sono conservate. I campi (oggi prati) non sono piani, ma bombati, perché i monaci facevano scorrere l'acqua in canali posti alla sommità, con cui irrigavano in maniera continua e riuscivano così a ottenere un aumento delle rese e anche più raccolti all'anno, secondo la guida di Lucedio. Purtroppo ai prati non posso accedere perché sono proprietà privata della famiglia Raggi, che nel Seicento rilevò la Badia caduta in decadenza e ne rilanciò l'attività agricola, anche deviando il corso del torrente per impedire le periodiche alluvioni.
La Badia è chiusa, come mi aspettavo (è l'ora di pranzo). Scatto qualche foto, ma conserverò solo quelle in cui riesco a inserirla nella natura. Purtroppo non ne riesco a fare molte così, perché solo una piccola fascia attorno alle costruzioni è accessibile al pubblico. Mi fermo un'oretta su un sasso al sole. Un po' di turisti arrivano alla spicciolata, fanno un giro e se ne vanno. Durante un'altra gita, riuscirò a visitarla: la chiesa è molto rimaneggiata, per via degli interventi dei secoli scorsi (facciata e abside furono invertiti) e di un restauro invasivo di metà Novecento. È invece ben conservata e restaurata la sala capitolare. In ogni modo, Staffarda e Lucedio sono più preservate.

Riparto per percorrere l'anello della Badia, segnato con un cerchio sbarrato. Costeggio l'area interna al monastero, dove vi sono molti alberi monumentali. Proseguo in un bosco gradevole, dove supero un bel po' di gente a spasso (almeno per le mie abitudini solitarie). Seguo per un tratto la strada, dove una famiglia ha posteggiato e si è messa a fare il picnic accanto all'auto, il tipico modo italiano di stare in mezzo alla natura (c'è un'agghiacciante foto di Berengo Gardin degli anni ’60 molto indicativa al proposito). Un bosco di alberelli porta a una passerella pedonale sull'Orba; ai suoi piedi alcune persone si sono sedute sul greto del torrente. La passerella conduce a un gruppo di case dove anticamente c'erano delle ferriere, che hanno lasciato una traccia nel toponimo. Accompagnato dal piacevole fruscio dell'acqua, percorro una mulattiera che si mantiene poco sopra il torrente. Diventa poi stradina fino a congiungersi al sentiero che arriva dal Bric del Dente. Quasi in mezzo alla folla (sempre per il mio metro), arrivo fino a dove dovrebbe esserci il sentiero che conduce al canyon delle Sterzurie (streghe in dialetto). La zona dove dovrebbe esserci l'imbocco è cintata; trovo un sentiero poco più avanti, ma si perde nel nulla. Rinuncio.
Seguendo una strada asfaltata che sale, riesco a raggiungere la chiesa di Tiglieto senza percorrere troppo asfalto. Dopo un giro in chiesa, mi fermo a “Il ritrovo” (probabilmente l'unico locale pubblico nel raggio di decine di chilometri, visto l'isolamento di Tiglieto), pieno di gente seduta al sole, dove una ragazza mi serve un caffè molto denso dal sapore insolito. Grazie alla mappa di 4umaps (mappa gratuita per il GPS del cellulare) riesco a trovare una sterrata che punta dritta verso la parte superiore del paese, tagliando gli interminabili tornanti della strada principale. Passo accanto a un deposito di rumenta edilizia e raggiungo l'imbocco della strada che sale all'albergo.
Qui sono in preda al delirio di tre giorni di pienone (c'era un gruppone che faceva Qi Gong o qualcosa del genere). Ad accogliermi c'è solo il figlio adolescente in canotta e scarpe da calcio (è reduce da una partita con gli amici); ha istruzioni imprecise, ma con intraprendenza riesce ad attivarsi e a servirmi a dovere. La cena mi farà dimenticare queste sbavature. I padroni sono appassionati di astronomia e hanno un telescopio. Hanno anche fatto modificare una fotocamera digitale per riprendere le nebulose agli infrarossi; purtroppo stasera c'è la luna piena e l'osservazione sarebbe molto penalizzata.

Galleria fotografica

Strada per cascina Tiole
Strada per cascina Tiole
Case Bricco
Case Bricco
Torrente Orba
Torrente Orba
Mulattiera
Mulattiera
Affioramenti rocciosi
Affioramenti rocciosi
Torrente Orba
Torrente Orba

Tiglieto, ponte romanico
Tiglieto, ponte romanico
Badia di Tiglieto
Badia di Tiglieto
Badia di Tiglieto, sala capitolare
Badia di Tiglieto, sala capitolare
Badia di Tiglieto
Badia di Tiglieto
Chiesa di Tiglieto
Chiesa di Tiglieto

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Sergio Chiappino

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