Katharinaberg-Eishof
Val di Fosse
16 luglio
Diario di viaggio
Ancora immersi nell'ombra, si imbocca la strada sotto il maso e ci si incassa in un impluvio. Lungo i suoi margini, un paio di operai stanno aggiustando il guardrail probabilmente danneggiato da qualche albero caduto. Terminato l'asfalto, si prosegue in saliscendi tra larici e zone più aperte, da cui Katharinaberg, arroccato su un cocuzzolo, si offre con qualche scorcio interessante. Si attraversa un'incavato vallone di frana, dove il torrente ha scavato un impluvio detritico. Il percorso non deve interessare molto alcuni compagni di viaggio, perché li sento parlare del generatore di un rifugio del Monviso.
Si abbandona poi la Val Senales per imboccare il vallone di Fosse, che in questo primo tratto è stretto e incavato. Strada e sentiero ne percorrono i due versanti opposti, finché il secondo varca il torrente su un ponte e confluisce nella prima, proprio nel punto in cui comincia il divieto per le automobili. Da questo punto in poi si segue la sterrata, molto affollata di escursionisti che in giornata salgono a uno dei masi o fino al rifugio Petrarca all'Eisjöchl, dove transiteremo domani. Subito oltre il parcheggio ci fermiamo per una pausa a Vordekaser, dove come al solito incrociamo tutti i tedeschi che fanno il giro in parallelo a noi. Dopo il piatto principale, molti non resistono allo yogurt fatto in loco, naturalmente perché è salutare, per rispetto alle tradizioni locali, etc.
Nei pressi del villaggio c'è una presa d'acqua che devia buona parte del flusso del torrente a qualche centrale idroelettrica. A monte il torrente diventa impetuoso a testimoniare la presenza di ancora molta neve in quota. Ogni tanto di qui deve scaricarsi qualche piena devastante, perché il letto è molto ampio e detritico. Anche le slavine che dalle cime si scaricano fin sul sul fondovalle, in questo tratto stretto e ripido, non devono essere cosa da poco: a luglio permane qualche nevaio nelle zone di scarico. La vegetazione è composta da radi larici tra cui pascolano le mucche.
I larici hanno diverse funzioni. Da un lato, grazie all'irregolarità del terreno che generano con la loro presenza, impediscono la formazione di valanghe, anche se naturalmente nulla possono contro la forza di una slavina formatasi più in alto: nel 1986 una di queste, staccasi dopo una una nevicata di un metro, seppellì Vordekaser. Dall'altro hanno una chioma rada, che permette il passaggio del sole e la crescita dell'erba. Per questo sono preferiti ai fitti e ombrosi boschi di pino cembro, che in genere sono il climax in queste zone e sono spesso sostituiti artificialmente.
Lungo la strada alcuni cartelli del parco illustrano le emergenze naturalistiche e il ruolo dell'uomo in questa valle. Da poco prima di Mitterkaser la valle si fa più spoglia per lasciare spazio ai pascoli. Mentre cammino tranquillo per non farmi troppo cuocere dal sole di luglio, noto una formica che con gran fatica trascina una cavalletta morta attraverso la pista sterrata. Lo sforzo deve essere rilevante, perché avanza per brevi tratti con lunghe pause. Intanto lontano compare la testata della valle, con l'Eisjöchl ancora molto innevato.
Quando giungiamo all'Eishof è appena primo pomeriggio. I tavoli sono ancora affollati da chi ha pranzato qui. In attesa di poter accedere alle camere, ci ritagliamo un angolino nell'unico in ombra. Poi improvvisamente ci scopriamo soli, perché quasi tutti si sono dileguati all'unisono, come per effetto di una bacchetta magica. Ci fermiamo a contemplare le mucche al pascolo e i cavalli aveliniesi, che in branco corrono al galoppo per l'ampio prato.
La cena è di nuovo molto presto, così la sera ho il tempo di scattare qualche foto alle cime della testata, come l'Hohe Weisse, illuminate dall'ultimo sole. Al crepuscolo intravediamo da lontano anche due cervi che stanno passando sui pendii accanto al rifugio. La notte dormiamo in una camerata dove passa il camino della cucina e fa un caldo insopportabile, nonostante i 2.000 metri, le finestre aperte e i piumoni ripiegati al fondo del letto.
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Sergio Chiappino
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