Pedra Longa
Supramonte di Baunei
17 aprile
Diario di viaggio
L'aurora dall'ovile di Salvatore non è da meno del tramonto, nonostante un grosso nuvolone si sia piazzato esattamente dove deve sorgere il sole. Ma l'astro riesce lo stesso a illuminare con la sua luce calda una fetta del cielo all'orizzonte e a creare fantastici gradienti di colore degni di un arcobaleno.
Dopo una colazione in cui è compresa la ricotta appena fatta, procediamo per una strada un po‘ noiosa in piano, con qualche bello scorcio, come una valle selvaggia che precipita verso il mare. Passiamo per il punto più alto del trek, da cui si gode di un panorama a perdita d'occhio che arriva fino al Gennargentu ancora innevato. Poi prendiamo a sinistra e imbocchiamo il tratto iniziale del Selvaggio Blu, che noi percorriamo a ritroso. Dopo un cuile compare la nota paesaggistica dominante di questa tappa: Pedra Longa.
Sbuca dal mare lungo la linea di costa. Da lontano è un torrione a tronco di cono, più tozzo di Punta Caroddi, ma che si affaccia direttamente sul mare. Intorno il mare è smeraldino e blu profondo, come il cielo dell'ovest alle prime luci dell'alba.
Scendiamo lungo un sentiero ciottoloso e scivoloso, a volte invaso dalla vegetazione, più per capre che per umani, ma molto spettacolare. Passa infatti lungo una stretta cengia lungo la parete bianca di Punta Giradili, quella striscia verde che nelle foto di vede nella parte bassa della parete. Spesso ci si affaccia quasi verticali sul mare. A volte sembra letteralmente di dover saltare nel blu. La vegetazione è al meglio con le ginestre e le euforbie che colorano di giallo i pendii verdi e profumano l'aria di essenza inebriante.
Guadiamo un corso d'acqua, l'unico permanente di tutti i cinque giorni, una sorgente carsica, con il suo profumo di muffa e gli oleandri. Un sentiero in piano ci porta a Pedra Longa. Qui il mare è turchese, e l'infilata dalla baia alla Punta Giradili è un tripudio di colori freddi ma intensi.
Da Pedra Longa il sentiero prosegue ondulato mantenendosi a sessanta metri di quota, tra un mare di cisto bianco dal profumo delicato e con una strana schiuma sotto i fiori, forse la reazione ad un parassita. La vista su Pedra Longa è la migliore, con la linea di costa che guida l'occhio verso il picco e il mare azzurro. In un punto il sentiero è franato, ma si passa senza patemi. Il percorso non deve essere particolarmente frequentato a giudicare da come la vegetazione lo invade per lunghi tratti. Grazie a delle tacche (incredibile!) ci destreggiamo in un bivio e in breve siamo di nuovo a contatto con una strada asfaltata, dopo cinque magnifici giorni a contatto con la natura selvaggia del Supramonte e del suo mare.
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Sergio Chiappino
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